DA MONTEDORO a cura di Lillo Paruzzo


La Vampa di Santa Lucia a Montedoro

Il 12 dicembre, dopo la Santa Messa serale, accanto alla chiesa, dopo la benedizione dell’arciprete Don Salvatore Asaro, è stato acceso il cumulo di rami d’ulivo e rami secchi da Enzo Zaccaria, Lillo Vella, Duminuco Isidoro e figlio dando origine alla Vampa ammirata da ragazzi e adulti. Mancavano le “fanare”(fusti di disa o tagliamani secchi) che, nei tempi passati, venivano portate dai ragazzi che andavano ad alimentare le altre” Vampe” diffuse nelle altre piazzette del paese. È stata distribuita la Cuccia che molti hanno mangiato sul posto mentre altri, in dei contenitori, l’hanno portato a casa per farla mangiare a chi non ha potuto essere presente. La cuccia di Montedoro è costituita da cicchi di grano e in minore quantità ceci in brodo zuccherato.

La Vampa ricorda il miracolo che non fece bruciare Lucia che non volle rinnegare la fede cristiana. Poi fu decapitata. La cuccia ricorda la carestia che c’era a Siracusa e le invocazioni alla Santa con l’arrivo nel porto di una nave carica di frumento e dell’affioramento sulla spiaggia di grandi quantità di chicchi = coccia = cuccia.

La tradizione della Vampa di Santa Lucia è sicuramente la più antica tradizione di Montedoro.


La tradizione del Presepe in famiglia

A Montedoro, intorno al 1900, ”le donne della famiglia, aiutate dalle vicine, allestiscono con grande amore un altarino con un rozzo apparato multicolore che rappresenta, per il loro gusto incolto, l’ideale della bellezza. Tutti, anche i più piccini, contribuiscono all’addobbo con un loro fiore di carta o con un pezzo di stagnola argentata. A sera si accalcano nella stanza e, dinanzi all’altare illuminato da candele, si canta la novena. L’altare era costruito a forma di piramide con in cima un piccolo Bambino Gesù di cera. Lo sfondo, un telo di stoffa bianca che cadeva giù a pieghe, era punteggiato da carta colorata ritagliata in varie sagome dorate immagini di santi, rose e coccarde di nastri, lustrini, fiori artificiali di carta pesta dei più sgargianti colori. Proprio alla sommità il Bambino di cera sormontato da un tralcio di asparagus intrecciato a rami di arancio coi loro frutti dorati e spruzzati di batuffoli di bambagia.” (da Vicende e costumi siciliani di Luisa Hamilton Caico).

La famiglia di Nicolò Iannì e Franca Infantino da 40 anni realizzano un altarino in 3 piani.

Primo piano con tante statuine del Presepe, secondo piano con due candelieri laterali, due composizioni di fiori, e statuine di due angioletti, di San Giuseppe e di Maria col Bambino su di un asinello. Terzo ripiano un quadro dell’Annunziazione. L’altarino ricoperto dall’asparagus con qualche fiocchetto di cotone. Due colonnine laterali all’altarino sono addobbate con arance e foglie della pianta. La novena è stata cantata alle ore sedici con una ventina di frequentatrici. In conclusione sono stati distribuiti “li purciddrati”. Prima si facevano solo le novene in famiglia.

Dopo il 1969 con la Novena cantata in chiesa per opera dell’arciprete Mons. Angelo Rizzo solo qualche famiglia per devozione ha continuato a cantare la Novena in casa.


La Patrona dei minatori festeggiata a Montedoro

A Montedoro il 4 dicembre, come da lunga tradizione, è Stata celebrata la Festa di Santa Barbara patrona dei minatori di zolfo. Promotori gli ex minatori Terrana Angelo, Puma Faustino, Bufalino Giacomo, Sciandra Santo, Bonadonna Matteo, Campanella Mario, Diliberto Antonino. La Messa è stata celebrata dall’arciprete Don Salvatore Asaro con la partecipazione del sindaco di Montedoro Renzo Bufalino e il comandante della stazione dei carabinieri Giovanni Cappello, gli ex minatori e molte vedove e familiari dei tanti minatori che c’erano a Montedoro. Quando erano in esercizio la miniera di zolfo di Gibellini e quella di Sali Potassici di Gargilata la ricorrenza della Festa di Santa Barbara veniva celebrata nei posti di lavoro e dalla loro chiusura si è celebrata in chiesa. Dopo la celebrazione della Messa, nel salone parrocchiale, è stato offerto un rinfresco con pizze, dolci e bibite dagli ex minatori occasione per ricordare le persone scomparse e qualche avvenimento di quei tempi.


Si rinnova la devozione alla Patrona, la Madonna del Rosario

A Montedoro i festeggiamenti in onore della Patrona la Madonna del Rosario si sono svolti dal 5 al 7 ottobre.

Il venerdì 5. Nel pomeriggio vi è stato il giro per le vie del paese di 5 “tammurinara”di Racalmuto. Alle ore 21: Musical “Il Messia” di Daniele Ricci, regia di Daniele Francesco Miceli.

Il sabato 6, alle ore 17. Ingresso della Banda musicale di Montedoro e successivo giro dei luoghi tradizionali. Solenni Vespri in onore della Madonna con “maschiata” finale. Alle ore 21 spettacolo musicale dei “ The Bleach Band”. Notturna musicale per le vie del paese.

Domenica 7 -Alle ore 7 svegliarino con sparo di bombe. Messa Solenne in onore della Madonna del Rosario concelebrata da Don Aldo Amico, Don Salvatore Asaro, diversi diaconi e Chierichetti con sparo finale di maschiata. Alle ore 18,30 Messa serale. Alle ore 19,30 Serenata a Maria sul sagrato della chiesa, prima e dopo la processione - con Gessica La Verde, soprano, Michele Caruana. Violino, e Rosario Randazzo, pianoforte. Solenne processione della statua della Madonna del Rosario, su di un carro pieno di luci e fiori, per le “Vie dei santi”. Maschiata finale. Ore 22 Concerto in Piazza Umberto del Complesso bandistico di Montedoro diretto dal maestro Giuseppe Romano. Ore 24 – Accensione di spettacolari fuochi d’artificio a cura della ditta Picone di Santo Stefano di Quisquina.


Ricordo di Angelo Terrana

A Montedoro il 28 dicembre è deceduto Angelo Terrana. I solenni funerali sono stati tenuti il 29 dicembre celebrati dall’arciprete Salvatore Asaro con la partecipazione di molte persone compaesane e forestiere.

Figlio di Salvatore e di Maria Macaluso, è nato a Montedoro il 6 marzo del 1934, ha sposato il 4 maggio del 1958, celebrante Don Andrea Duminuco suo padrino, Angelina Mantione dalla quale ha avuto due figli: Salvatore, geologo sposato con Maria Anna Caruana e un figlio Andrea; Maria Rita, medico, sposata col dott. Salvatore Randazzo con i figli Angelo, Marco,Maria e Claudia. Fratelli di Angelo Terrana: Giuseppe, Salvatore, Calogera, Rita, Suor Maria Teresa, Suor Arcangela.

Angelo Terrana ha lavorato nella miniera di Gibellini dal 1956 con la mansione di sorvegliante. Nel 1962 ha subito un gravissimo incidente in galleria che gli valse il riconoscimento di grande invalido del lavoro. Nel 1964 con la mansione di Caposervizio ha lavorato nella miniera di zolfo Lucia di Agrigento e nel 1984 è andato in pensione. Da allora ha trascorso le giornate nella campagna di contrada Montagna coltivando verdure, ortaggi, ulivi, mandorle e la vigna. ”Tutto per uso famiglia perché sono abituato a lavorare sin da quando ero ragazzo e in piazza non mi ci vedo. Nei mesi caldi io e mia moglie abitiamo nella casa di campagna” diceva con un certo orgoglio.

Per un lungo periodo ha partecipato alla vita politica e amministrativa di Montedoro. È stato consigliere comunale e assessore comunale, dal 1970 al 1975 col sindaco On. Calogero Volpe e dal 1975 al 1980 col sindaco Prof. Giuseppe Piccillo.

Il 4 dicembre del 1994, Festa di Santa Barbara, a Caltanissetta, Angelo Terrana ha ricevuto una medaglia dall’Associazione Amici della miniera,

Nelle miniere in esercizio veniva celebrata la Festa di Santa Barbara, il 4 dicembre, alla quale partecipavano oltre ai minatori anche i loro famigliari. Con la chiusura delle miniere Angelo Terrana, insieme ad altri minatori, ha promosso, a Montedoro, la Festa di Santa Barbara, patrona dei minatori, con celebrazione della Santa Messa e successivo intrattenimento nel Salone parrocchiale; l’ultima alla quale ha partecipato è stata quella del 4 dicembre 2018.

A Montedoro i minatori da sempre hanno avuto la devozione per la Madonna Addolorata portandone a spalla la statua nella processione del Venerdì Santo dalla chiesa al Calvario, Angelo Terrana si è fatto promotore nel 2000 di fare confezionare alle mogli degli ex minatori un abito nuovo all’Addolorata e fornire un pettorale a tutti i portatori e provvedere con due tamburinai e un suonatore di tromba all’accompagnamento della processione al Calvario sia all’andata come anche la sera al ritorno in chiesa.

Provetto cacciatore per tanti anni ha partecipato con altri cacciatori a molte “battute” anche in territori di altri paesi.

Ha fatto parte di diversi Comitati della Festa di San Giuseppe e della Madonna del Rosario. Angelo Terrana e Angelina Mantione, il 4 maggio del 2008, hanno celebrato le nozze d’oro. Nella messa serale, concelebrata dall’arciprete don Amedeo Duminuco e da don Alessandro Rovello, la coppia ha rinnovato le promesse sponsali con la partecipazione di circa 100 parenti. Detta celebrazione è rimasta nella memoria dei montedoresi per il gran numero di parenti che vi hanno partecipato.

L.P.