Coroncina” del 1966 e “Vita di San Calogero” del 1925

riproposti in copia anastatica da La Voce di Campofranco


Per ricordare il 20° anniversario della morte di Don Nazareno Falletta (1998-2018), per oltre 45 anni rettore della Chiesa di Santa Rita e sacerdote dal 1935, La Voce di Campofranco, d’intesa con la Parrocchia, ha curato la stampa anastatica degli originali di due libretti, da anni scomparsi dalla disponibilità del Santuario di San Calogero di Campofranco.

Il primo libretto di 16 pagine, stampato per la prima volta nel 1966, contiene la Coroncina, che si recita in preparazione alla festa dell’11 gennaio e dell’ultima domenica di luglio di ogni anno. Contiene, inoltre, una preghiera per il giorno della festa e le formule che per la benedizione del pane e della veste in onore di San Calogero (Nihil obstat quominus imprimatur. Agrigenti, 24-IX-1966, Can. A. Noto Rev. Del.; Imprimatur, Agrigenti, 27-IX-1966, D. Calogerus Cumbo Vic. Gen.).

Il secondo libretto, che narra della vita del Santo anacoreta, di 32 pagine, è stato stampato per la prima volta nel luglio del 1925, novantatré anni fa, dalla Tipografia Omnibus, G. Sposito di Caltanissetta. Autore del libretto il sacerdote Antonino Criscuoli Montoro, che ne motiva la pubblicazione nelle prime pagine, datando Vallelunga, 18 giugno 1925. Particolare interessante è la nota a piè di pagina al termine della Coroncina, riportata nel libretto: Ai fedeli, che recitano devotamente questa Coroncina al Glorioso Taumaturgo S. Calogero, S.E. Mons. Iacono*, Vescovo di Caltanissetta, concede 50 giorni di indulgenza. (Approvazione ecclesiastica, Caltanissetta, 2 luglio 1925. Mons. M. Gurrera – Vicario Generale)

I due libretti sono stati stampati, in mille copie ciascuno, dalla Tipografia Lussografica di Caltanissetta. Le spese sono state sostenute da La Voce di Campofranco, che ha utilizzato una donazione in denaro finalizzata alla loro pubblicazione.

Chiunque può chiederne copia.

Vincenzo Nicastro

*Mons. Giovanni Iacono, proclamato Venerabile l’8 novembre 2018, nacque a Ragusa il 14 marzo e ivi morì il 25 maggio 1957. Il suo corpo è stato sepolto nella Cattedrale di Ragusa. Non lasciò alcun testamento poiché morì povero. L’ultimo suo gesto di carità fu quello di lasciare una busta contenente 15.000 lire “Per i poveri della S. Vincenzo”. Il Vescovo Mons. Francesco Pennisi lo definì “Il vescovo più povero di tutti i vescovi della Sicilia”.