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Seconda Guerra Mondiale, Tommaso Onofrio Raimondi sul Fronte russo


Tommaso Onofrio Raimondi, nato a Sutera da Onofrio e Rosa Saia il primo marzo 1918, risiedeva in via Catone 41.

Aveva cominciato il servizio militare nell'aprile del 1939, nell'8° reggimento artiglieria Pasubio quando ancora la seconda guerra mondiale non era cominciata. Sottoposto alla prova di cultura generale, pur avendo soltanto la terza elementare, gli viene riconosciuto un livello di istruzione pari alla quinta.

Fu impegnato col suo reggimento sulle Alpi occidentali nelle ostilità contro la Francia concluse dopo appena due settimane (11/25 giugno 1940) con la resa del governo francese alla Germania ed all'Italia.

Il reggimento, che fa parte della 9a divisione Pasubio, è nuovamente inviato in prima linea nella guerra contro la Jugoslavia, occupata in appena 12 giorni (6/17 aprile 1941) da tedeschi ed italiani. L'attacco aereo e terrestre, soprattutto da parte tedesca, è devastante. La sua divisione entra in Jugoslavia dalla zona del Carso e vi rimane anche nel mese di maggio, impegnata in compiti di rastrellamento.

Il 16 luglio 1941 la divisione viene schierata sul fronte russo con il corpo di spedizione italiano in Russia (CSIR). Il primo contatto col nemico avviene lungo il fiume Dnjestr. Segue un periodo di grandi avanzate ed in seguito operazioni di contenimento. Come ricorda la figlia Antonia, Tommaso

era solito raccontare che la temperatura arrivava anche a 40 gradi sotto zero, tanto che la minestra uscita calda dal pentolone sul fuoco immediatamente congelava non appena versata nella gavetta. La fame era tanta, nulla era sprecato, le patate venivano mangiate con la buccia, e raramente la cena preparata con quanto i contadini russi gli davano, se aiutati nei campi, riusciva a placarla.

In un encomio del 1942 il colonnello Agnello cav. Alfredo riconosce che Tommaso “servente al pezzo capace e disciplinato svolgeva il suo compito durante nove mesi di campagna nelle circostanze più difficili. Sotto bombardamento e spezzonamento di aerei nemici dimostrava costante coraggio e sprezzo del pericolo”. Siamo nell'aprile del 1942.

Il 20 agosto i russi lanciano sul Don la prima grande offensiva contro la divisione, che tuttavia si esaurisce. Quella successiva e devastante di dicembre, che porterà alla ritirata delle forze italotedesche, gli viene risparmiata perché rimpatriato poco prima, il 16 novembre. Viene assegnato al comando di tappa 106 di Udine “per il periodo di contumacia”, periodo in cui i reduci vengono trattenuti in appositi campi perché si ristabiliscano dalla debilitazione fisica o psicologica. Un contatto immediato con la popolazione poteva riuscire demoralizzante. Il 20 dicembre viene mandato a casa in licenza.

Successivamente viene trasferito al Deposito 11° reggimento artiglieria D. F. Ravenna ed un mese prima dell'invasione della Sicilia si trova di stanza a Palmi in provincia di Reggio Calabria presso il 49° artiglieria guardia costiera. Il 3 settembre 1943 gli Alleati sbarcano in Calabria, l'esercito italiano si sbanda, l'otto viene firmato l'armistizio. Tommaso riesce a raggiungere Sutera il 25 settembre. La sua presenza di ex militare a Sutera è regolarmente segnalata al governatore scozzese del distretto di Mussomeli Morley Fletcher insieme ad altri 184 suteresi il 13 ottobre 1943.

Ma non è ancora finita. Nel gennaio del '45 viene infatti richiamato ed aggregato al 403° reggimento in Bari e definitivamente congedato il 7 ottobre 1945.

Mario Tona