I libri? Li leggo e
poi gli rubo l’anima
Loris Insinna, 22 anni e siciliano, tra i dieci
instagramer letterari più famosi d'Italia
«Grazie a Internet i lettori non sono più isolati,
sono diventati una community entro la quale confrontarsi ,
scambiarsi titoli e autori. Il problema è che oggi tutti consigliano libri e
c'è un'uniformità di gusti. Lo stesso titolo, promosso dalle case editrici, è
ripetuto mille volte nelle home di Instagram, invece lo sforzo dovrebbe essere
quello dite Loris Insinna, 22 anni e migliaia di seguaci tra, Instagram e il
suo sito, Lorisinthebook. Siciliano di Gela, Insinna, studente al Politecnico
di Torino, sei anni fa ha trasferito la sua passione per i libri sulla rate,
entrando nella Top ten italiana degli influencer a carattere letterario.
Nonostante la giovanissima età, lui è uno della vecchia guardia, tra i primi a
cavalcare le praterie del web seminando letteratura, quando le community di
lettori sorte spontaneamente, non erano ancora state colonizzate dalle case
editrici, per testare i gusti del pubblico e promuovere le novità in libreria.
Gli indiani d'America credevano che le fotografie rubassero l'anima: Loris, i
libri, non solo li legge, ma li fotografa.
Le sue recensioni
sono sempre accompagnate da una foto artistica che trascende la copertina e
punta all'essenza. Il libro è incastonato in una composizione architettonica
compatta, spesso realizzata con elementi naturali: piante, fiori, ortaggi.
Ritratti che esaltano anche l'aspetto feticistico del libro, molto apprezzati
dai lettori followers.
«Ci metto ore ad elaborare le foto e non sempre il
risultato finale è la prima idea che ho avuto. Per creare le composizioni
utilizzo oggetti che trovo negli armadi di casa, truffa e verdura dell'orto di
mio nonno. Tutti i libri che ho fotografato sono libri che mi sono piaciuti,
perché non sempre è detto che io sia disposto a scervellarmi per fotografare un
libre. È un omaggio che gli faccio», spiega il book influencer.
Che cos'è per te un
libro? Chiedo. «Ho capito che i libri offrono
delle risposte che tu non sapevi di cercare. Loro ti aprono a una storia e
noncuranti di quelle che hanno da dirti, ti parlano. Sa, io, fine a 16 anni non
avevo mai lette un libro. I miei, mamma insegnante di scuola materna, e papà
impiegato alle poste, mi spingevano alla lettura, ma io, mente. poi, ho
cominciato a leggere, perché ne avevo bisogno».
Raccontami come è
andata.
«Per un ragazzo, individuare le proprie
passioni è la sfida più grande. Io a sedici anni probabilmente ero sotto la
media degli adolescenti, non avevo trovato la mia strada, forse neanche la cercavo.
Al secondo anno del liceo artistico il mio professore di italiano ci assegna la
lettura di un libre: La luna e i falò di Cesare Pavese. Io mi
lamento: che palle! Poi mi metto a leggere, lo inizio e lo finisco, e
penso: carino. Poi in classe, il professore ci fa una lezione su quelle pagine
e io, che non ci avevo capito mente, rimango completamente folgorato: il prof
dice che La luna e i falò affronta il
rapporto dell’autore con la terra, le radici, terni che, mi rende conte, mi
appartengono. E allora capisco. E come se il mio professore mi avesse date un
paio di occhiali da vista per vedere chiaro il mondo. Da quel momento ho
cominciato a leggere. Il signore delle
mosche, di William Golding, Flaubert, Madame
Bovary e via, un classico dopo l'altro.
Erie appena
diventato un fervido lettore che subito ti sei trasformato in un Bookstagramer,
uno che consiglia libri su Instagram. Come hai fatto?
«Avvenne tutto molto nature- mente. Instagram era
appena nate, e subito mi ha affascinato, è un mezzo eccezionale. Ricardo che la
prirna foto che feci di un libro era abbastanza da: il volume fotografato sul
piumone del mio letto, sotto una brutta luce artificiale, con l'hashtag del
libro che avevo finito di leggere, quelle che stavo leggendo, e il prossimo che
avrei iniziato. Da 11 sono entrato in rapporto con una community di lettori che
stava nascendo, piena di stimoli e di idee. Io ero tra i più attivi ma c'erano
altri tome me, che poi nel tempo hanno mollato».
È vero che gli
influencer di libri orientano sempre di più gli acquisti?
«Si, è vero. Magari l'utente non se ne rende conto,
ma di un libro pubblicato da me o da miei colleghi, quando va in libreria,
dite: "Questo libro l'ho visto già, lo compro". Incanaliamo gli
acquisti perché esiste una comunità di lettori».
Chi sono le persone
che ti seguono?
«Si tratta di un pubblico in prevalenza femminile,
perché le donne leggono più degli uomini e sono più grandi di me, hanno dai 25
anni in su. Infatti, quando si accorgono della mia età, si stupiscono».
Le case editrici ti
pagano per le recensioni su Instagram?
«Le case editrici non pagano, inviano libri gratis.
A pagare sono talvolta le agenzie di comunicazione che fanno da tramite con le
case editrici. Capita che mi offrano un compenso per realizzare una foto per i
libri. A volte mi contattano dei brand, come Pan di Stelle Loro avevano
realizzato un libro di favole per il Salone del libro di Torino».
Ne stai facendo il
tuo lavoro?
«No, non voglio viverci. Resta una grande passione,
un hobby, ma non mi spacco la schiena per questo. A luglio mi sono laureato al
Politecnico in Architettura: mi sto specializzando nella realizzazione di
edifici sostenibili, in Architettura a impatto zero che non consumi e che si
nutra delle fonti naturali. Amo il confronto con la natura e ammetto di essere
molto sensibile alla questione ecologica».
Hai vinto dei
concorsi di poesia e racconti Vorresti dedicarti alla scrittura?
«Ne La Coscienza di Zeno, lo psicologo dice al
protagonista: "Scriva, scriva, vedrà come arriverà a sentirsi
completo". Ecco, io scrivo, ma senza fini, il foglio è un posto dove
buttare pensieri e poi rileggerli. Certo, non mi precludo di pubblicare, un
giorno».
Oggi molti
influencer scrivono libri. Che ne pensa?
«Sono conosciuti e seguiti da tante persone, si
tratta di escamotage commerciali».
Il libro di Giulia
De Lellis Le corna stanno bene su tutto
ma io
stavo meglio senza, è primo nelle
classifiche.
«Leggere De Lellis è opinabile, come scelta. Può
essere evitata, e se qualcuna delle sue fans lo pensa, sono una, persona
contenta».
Ci consigli un paio
di titoli.
«Io non leggo saggistica, né racconti. Amo il romanzo
canonico, la letteratura americana, in particolare la corrente del realismo.
Consiglio Revolutionary Road di
Richard Yates, il mio autore preferito è Nortvegian
Wood di Haruki Murakami. E non dimentichiamo La luna e falò. (Il Quotidiano del Sud, 4.11.1919)
Valeria Chichi