Sono vivo per miracolo, terzo libro di Angelo Licata di Montedoro

Angelo Licata, nativo di Montedoro si è trasferito da giovane in Belgio, per motivi di lavoro.
Arrivato alla terza età decide di pubblicare un libro autobiografico in lingua italiana e in lingua francese “La strada del destino” e “Le chemin du destin”, (vedi La Voce di Campofranco n. 508/2019). Poi, ne segue un altro, “Il Castello senza Luce”, per festeggiare i suoi “primi 81 anni” e ora la terza fatica, forse la più significativa poiché il contenuto è molto autobiografico, “Je suis vivant par miracle” di 147 pagine in lingua francese.
Vediamone una sintesi intervistando l’Autore.

Perché questo titolo, signor Licata?
Per ricordare il miei 82 anni e soprattutto perché mi considero davvero una persona miracolata e di essere stato proprio protetto dal Divino, altrimenti non sarei qua a esprimermi con lei.
Vuole ricordare qualche episodio in cui ha rischiato molto per la sua vita?
Oltre a certi accidenti gravissimi senza nessun graffio, uno in particolare vorrei ricordare. A luglio del 1979 vengo con la mia famiglia in Sicilia. Stavo portando per la prima volta i miei figli a Montedoro, paese nativo, con una bellissima macchina. Prima di partire la faccio controllare in officina specializzata e vengono sostituiti i 4 copertoni per avere più sicurezza.
Cos’è successo, poi durante il viaggio?
Mentre percorrevamo l’autostrada, in un tratto in discesa, a circa 150 Km orari, e la ruota anteriore di sinistra scoppia, la macchina si gira su se stessa come a voler invertire il senso di direzione. Tutte le altre macchine che ci seguivano a grande velocità riescono a fermarsi senza alcun tamponamento. Autisti e passeggeri escono dalle proprie auto senza alcun graffio ma spaventatissimi. La nostra macchina è scivolata capovolta per molte decine di metri e quando si è fermata ne siamo usciti quasi indenni e con qualche dolorino.
Un altro episodio, che Lei considera un miracolo?
Nel 1983, prima di intraprendere un altro lungo viaggio, durante la cena della sera precedente avevo bevuto un bicchiere di vino contraffatto (scandalo Vini Valpolicella col metadone). Mentre guidavo la mia Ford Capri sport 2300 CC, che poteva raggiungere i 230 Km orari, non mi rendevo conto della velocità che percorrevo. A un certo punto nell’affrontare una curva al posto di girare a destra la macchina va diritto e mi trovo in aria senza vedere alcuna strada, sembrava che sognassi e mi chiedevo come mai la strada non ceci fosse più, nè avanti, nè a fianco. La macchina cade a terra, molto bagnata per la pioggia caduta in precedenza, e si immerge nel terreno non so di quanti centimetri. Nemmeno un graffio, soli danni materiali, ma per uscire ho dovuto rompere e uscire dal finestrino posteriore, perché non potevo più aprire le portiere che intanto si erano bloccate. Per è stato un miracolo, non me lo spiego diversamente.
Un altro fatto straordinario e inspiegabile?
Il 26 novembre del 1977 ho subìto un grande intervento chirurgico, dopo 3 anni di visite mediche in differenti ospedali e cliniche universitarie. L’intervento è durato 7 ore e 35 minuti. Era il quinto delicatissimo intervento effettuato sino ad allora. Adesso si è arrivati a 10. Non mi dilungo nei particolari, ma ho corso serissimi rischi per la mia vita. Dico che per il mio intervento erano stati impegnati 12 medici. Ma anche questa volta sono rimasto in vita, forse per potere raccontare le cose straordinarie che mi sono successe.
Tanti auguri, signor Angelo, e ai prossimi miracoli, ma non tenti ancora il Padreterno!

Vincenzo Nicastro