Semi di senape
Cristo cosmico

Il gesuita Pierre Teilhard de Chardin (1881-1955) avvertiva che la natura “geme” di mezzo ai processi evolutivi del cosmo; ovvero, c’è una forza che tende verso l’alto e attira a sé il progresso di tutti i fenomeni; ed altresì tale ascensione comporta fatica e sofferenza.
I passi biblici a cui lo scienziato gesuita si richiamava erano tratti dalle lettere di san Paolo (Col 1, 15-20, Ef 1, 9-14 e Rom 8, 18-39). In particolare in Rom 8, 22 si legge che il creato geme come in un periodo di sofferenza, finché non si compie il parto.
La luce di Gesù, brillata nel mistero del Natale, opera nel mondo. In che modo? Interessa pure il cosmo? Ciò comporta forse un’esaltazione del mondo umano e delle scienze naturali, in modo da assorbire tutto in una forma equivoca di pancristismo?
Pare che non fosse questa l’aspirazione del dotto gesuita, anche se il suo linguaggio può dare adito a equivoci e tante espressioni non sono del più alto profilo teologico.
Il nostro autore guardava al sacrificio e alla croce di Gesù. La visione teilhardiana postulava sì convergenza tra scienza e fede, ma prospettava pure un duplice movimento: l’ascendere della terra e lo spandersi del mistero di Gesù Cristo nel mondo.
Il protendersi “in avanti” non è il destino agognato dalle utopie politiche, ma il fondersi di ogni credente al sacrificio cosmico di Cristo di cui il segno più luminoso ci è trasmesso nell’eucaristia. L’olocausto cristiano annuncia sempre lo Sposo dell’umanità rinnovata.
Le pandemìe ricorrenti nella storia minacciano di far precipitare tutta l’evoluzione in un vuoto sterile? Forse in molti abbiamo provato tale sensazione e in questo periodo ci pare di essere tornati al tempo della peste nera (sec. XIV).
Il Cristo è sia vittima regale sia agnello nuziale; egli si offre per la massima comunione con l’umanità. Di certo, la colpa e il peccato minacciano i credenti; Dio è offeso dagli uomini, i quali però non sminuiscono la sua grandezza. C’è pur sempre il mistero della Provvidenza divina, c’è la libera iniziativa della grazia.
Singolare è forse l’espressione teilhardiana secondo cui in Cristo risorto si va compiendo il mistero di ogni pienezza. Senz’altro umanizzare la vita e sulla base del personalismo sociale potenziare ogni tipo di organizzazione giova nell’area intramondana.
Per concludere, ci serviamo di alcune parole del teologo Hans Urs von Balthasar che commentando il pensiero del collega gesuita prospettava: «Tutta la nostra opera deve tendere infine a formare la materia del sacrificio su cui scenderà la fiamma divina».

Sac. Salvatore Falzone