La vera storia dei Siculi
Riproponiamo, corretta nella prima parte, la sintesi del libro di
Claudio D’Angelo“La Storia dei Siculi fin dalle loro origini“. Nel
numero scorso del giornale, per una serie di svarioni al momento della
trascrizione digitale, alcuni periodi sono stati pubblicati in modo
disordinato. Ci scusiamo con l’Autore e con i Lettori.
Ho sempre creduto che il primo popolo autoctono siciliano fossero stati
i sicani, mentre i siculi soltanto un popolo di invasori giunti secoli
appresso dal sud Italia.
Lunghi studi e ricerche effettuati da un gruppo di linguisti, storici,
archeologi e antropologi hanno accertato che non furono i sicani il
primo popolo autoctono e neanche i siculi.
Per stabilire chi furono dobbiamo partire dalle origini delle prime
civiltà umane che si svilupparono lungo il fiume indo, attorno
all'ottavo millennio a. C.
Sulla pianura attraversata dall'Indo sorsero le prime città, di cui la
più importante fu Mehrgart, i cui abitanti erano pastori, agricoltori,
costruttori e adoratori della dea madre terra. Successivamente gran
parte di questi abitanti emigrarono sulle fertilissime rive del mar
nero e del mar Caspio, dove vennero in contatto con popoli del nord,
delle steppe russe. Popoli patriarcali guerriglieri che già avevano
imparato ad addomesticare il cavallo. Dalla fusione di questi popoli
ebbero origine i primi siculi.
A causa di un diluvio, avvenuto all'incirca 5.500 anni a.C. che aveva
raddoppiato la superficie del mar Nero e del mar Caspio, i popoli che
abitavano le fertili pianure attorno a questi mari furono costretti a
diramarsi in tutte le direzioni. Praticamente tutte le popolazioni
matriarcali e pacifiche furono cacciate dalle popolazioni patriarcali e
guerriere verso le rive del mediterraneo orientale, dove appresero
l'arte della navigazione. Il popolo patriarcale siculo si diresse verso
l'attuale Romania, Moldavia e Ungheria.
In breve tempo i siculi, grazie all'utilizzo del cavallo, conquistarono
le pacifiche popolazioni matriarcali dei Balcani. Giunti sulle coste
dell'Albania e della Dalmazia, sebbene non fossero dei popoli di
navigatori, riuscirono ad attraversare l'Adriatico, sfruttando il ponte
naturale dell'arcipelago delle Tremiti.
Giunti sulle sponde della Puglia, i Siculi non trovarono alcuna
difficoltà a colonizzare tutta l'Italia appenninica. Tuttavia per
conquistare l'Italia meridionale abitata dagli Enotri, i Siculi delle
varie città stato che avevano fondato dovettero coalizzarsi sotto la
guida di un re del Lazio chiamato Italo, il quale riuscì a sconfiggere
gli Enotri. In suo onore tutta l'Italia appenninica fu chiamata Italia.
Attraversando lo stretto di Messina, i Siculi invasero facilmente anche
la Sicilia, in quanto abitata soltanto da popolazioni matriarcali
pacifiche che si erano stabiliti in Sicilia attorno 2.200 a. C.
Erano popolazioni che erano partite dalle coste della Turchia per
sfuggire ai popoli patriarcali guerrieri. Sono denominate dagli
archeologi popoli castellucciani, la cui caratteristica era la
costruzione di tombe a tholos e di piccole piramidi.
All'arrivo dei Siculi in Sicilia attorno al 1300 a.C., nulla poterono i
pacifici castellucciani con le loro armi di selce contro i bellicosi
siculi a cavallo armati con armi di bronzo. Molti castellucciani a
bordo delle loro navi riuscirono a fuggire, dirigendosi verso le
Baleari ed addirittura nelle Canarie, dove sono state trovate tombe
simili a quelle nostre.
Tuttavia la maggior si sottomise ai siculi. La fusione di questi due
popoli apporto un certo benessere ad entrambi per lo scambio di
conoscenze che ne migliorò il tenore di vita.
Attorno al 1.200 a.C., un cambiamento climatico causò carestie in tutti
i popoli del Mediterraneo, ad eccezione dell'Egitto, i cui granai non
dipendevano dalle piogge, bensì dal Nilo.
Poiché l'Egitto condivideva i propri granai solo con il potente impero
ittita si verificò una ribellione di tutte piccole città vassalle o
sottomessi dagli Ittiti. La ribellione fu organizzata e guidata dai
Siculi, unico popolo a possedere una vera e propria flotta navale.
La battaglia avvenne nel 1208 a.C. è si concluse con la sconfitta degli egiziani.
Per molti anni i siculi ed i loro alleati, definiti la gente del mare,
terrorizzarono e distrussero tutti i più potenti imperi dell'epoca.
Successivamente nell'anno 1185 a. C., i Siculi assieme ad i loro
alleati attaccarono anche il potente impero ittita, i cananei, micenei,
i quali uno dopo l'altro furono tutti distrutti.
Attorno all'anno 1.000 a.C., a causa di una nuova ondata di popoli
guerrieri patriarcali che invasero l'odierna Turchia, i Siculi con
tutti i loro alleati furono costretti a fuggire in Italia e
precisamente gli Shekeleshi (siculi) in Sicilia, i Turshi (etruschi) in
Toscana, gli Shardana (sardi) in Sardegna, i Lukka (lucani) in
Basilicata, gli Heneti (veneti) nel Veneto e i Piceni nell'ascolano.
Verso la metà dell'VIII secolo a.C., in Sicilia cominciarono ad
arrivare i primi greci, ma non come conquistatori, ma come semplici
profughi che scappavano dalla miseria, dalla fame e dalle tirannie,
così come ancora oggi avviene nelle nostre coste, invase da migranti
provenienti da tutta l'Africa.
Nello stesso periodo in cui arrivarono i greci, arrivarono anche gli
elimi, una piccola popolazione sicula proveniente dalle coste ligure
che si stabilì nel trapanese.
Purtroppo i Greci, allorché aumentarono di numero, ci imposero anche i
governi dittatoriali e tirannici, dai quali essi erano scappati qualche
secolo prima. In particolare si stabilirono nella Sicilia sudorientale,
dove sposandosi con i siculi costituirono la razza siceliota, mentre
chiamarono siculi gli abitanti della Sicilia nordorientale e sicani gli
abitanti della Sicilia occidentale.
Inizialmente i Greci apportarono un notevole incremento nelle arti, nel commercio e soprattutto nelle costruzioni di monumenti.
Tuttavia i siculi non si arresero facilmente alle tirannie siceliota e
guidati da un valoroso generale chiamato Ducezio riuscirono a
contrastare le mire espansionistiche delle città siceliote di Agrigento
e Siracusa. Ma dopo la morte di Ducezio, primo re dei Siculi e del suo
successore Arconide, i Sicelioti riuscirono a riconquistare le terre
dei Siculi.
Alla fine, grazie al continuo afflusso di migranti provenienti da tutta
la Grecia, furono ellenizzate non solo la maggior parte delle coste
siciliane, ma anche di tutta l'Italia meridionale, costituendo la
cosiddetta magna Grecia.
I violenti popoli patriarcali venuti dalle steppe russe sconfiggendo i
pacifici popoli matriarcali hanno instaurato una reazione a catena di
guerre e contro guerre.
Tutto sommato si può dire che tutta la storia umana, dall'antichità ai
giorni nostri, è un susseguirsi di guerre fratricide che si combattono
con armi sempre più potenti e più letali.
Oggi soltanto in qualche isola della Polinesia, dove vige il matriarcato, regna la pace e la serenità.
Laddove, invece la donna è più sottomessa all'uomo, si verificano sempre più guerre, anche tra popoli della stessa religione.
Salvatore Butera
(già Comandante del Distaccamento della Forestale di Sutera)
Chi è interessato a conoscere più dettagliatamente la vera storia dei
Siculi può fornirsi del documentatissimo volume “La Storia dei Siculi
fin dalle loro origini“ di Claudio D'Angelo, 300 pagine riccamente
illustrate a colori. Rivolgersi all’Autore oppure al prof. Vincenzo
Nicastro
Il volume è stato presentato, con la presenza dell’Autore, il 10 aprile
2019 a Campofranco al Museo di Storia Locale (La Voce di Campofranco,
marzo-aprile 2019).