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Semi
di senape
- Del
sano umorismo
- Nella
formazione cristiana si dà spesso il consiglio di allontanare dal
cuore malinconia e accidia; è un invito ad essere operosi
nell’azione, a portare a termine con sereno distacco gli affari che
ci competono, a svolgere le responsabilità affidateci, senza darsi
l’aria di essere valentissimi.
- Non
ci si attende una personalità brillante e superficiale, quanto anime
solerti e gioiose. Ammonisce Giobbe col dire: «I miei giorni sono
stati più veloci di una spola» (Gb 7, 6) ovvero sono stati leggeri,
privi di consistenza perché effimeri. In questo passo il verbo
ebraico è qll
che significa: essere leggero. Se uno vanifica la grazia di Dio,
allora sì che «i suoi giorni sono stati leggeri», com’è tipico
di personalità vanesie.
- L’umorista
può avere un “senso leggero” della vita? Il buon umorista è
acuto, ma non privo di ponderazione. Chi ha humor,
sa
sdrammatizzare con garbo nelle situazioni difficili.
- Non
a caso l’ironia è una figura retorica presente nel libro
dell’Ecclesiaste; l’autore, ovvero Qoelet, è tenace nel voler
aprire gli occhi dei suoi destinatari, vuole disincantarli,
mettendoli dinanzi ai casi più tristi della vita. Ci potremmo
chiedere: l’autore sacro mira al cinismo?
- Si
ha tale impressione scorrendo le dense pagine del nostro predicatore
moralista; ma se consideriamo nel loro complesso gli scritti
sapienziali della Bibbia si può rinvenire un sano spirito realista e
finanche un po’ di umorismo.
- Ad
esempio in Proverbi 31 troviamo l’elogio della donna virtuosa. Ora
nel caso che si tratti di un elogio funebre risulterebbe ironica una
delle espressioni finali: «Forza e decoro sono il suo vestito e se
la ride dell’avvenire». Certo, una persona defunta non può essere
scalfita da un avvenire che si annuncia nefasto, tranne che ne vada
di mezzo il destino delle spoglie mortali. La nostra enigmatica frase
è espressone di humor
nero?
È un tipico motto di spirito ecclesiastico?
- Il
sano umorismo si distingue in quanto è gradevole nei suoi effetti.
Si dice infatti che se uno sa ridere delle proprie disgrazie è di
intelletto illuminato e che l’ottusità è fuori dal suo cuore.
(99-continua)
- Salvatore
Falzone sac.