Sutera e le sue Confraternite alla fine del XVIII secolo/1
La confraternita di Maria SS.ma degli Agonizzanti, comunemente detta
dei Verdi, custodisce un documento in condizioni molto precarie, ma che
comunque permette uno sguardo generale sulla vita delle confraternite
di Sutera tra il 28 settembre 1781 ed il 31 luglio 1786.
È l’arco di tempo compreso tra la richiesta di informazioni, purtroppo
incomplete, contenute nel documento e richieste dal nobile cardinale di
Agrigento Antonio Branciforte Colonna e la sua morte avvenuta nel 1786.
Vi sono elencate prima le confraternite (dieci), poi le congregazioni
(due). Le informazioni sia sulle confraternite che sulle chiese dove
operano, sono di tipo economico, in linea con le richieste del
Cardinale. Le chiese hanno entrate proprie, separate da quelle delle
confraternite, che quando possono concorrono anche al restauro, decoro
ed abbellimento delle stesse e di particolari altari, a volte anche
all’argenteria, dove lasciano impresso il loro segno, come fanno anche
i nobili.
Ed era quello che faceva la confraternita del Purgatorio, il cui stemma
è rimasto nella facciata della chiesa di San Giovanni e in un piccolo
contenitore per l’eucarestia agli infermi con lo stemma della compagnia
da un lato e quello di S. Giovanni Battista dall’altro. Lucio Nicastro
nel suo Cronache suteresi del XVIII secolo la dice fondata il due
giugno 1605, e dunque ancor prima delle tre confraternite attualmente
esistenti ed ancora attiva al tempo in cui risale il nostro documento,
tanto che in una riunione del 1767 verbalizzava l’espulsione di sette
confrati per non avere partecipato alla processione del Corpus Domini!
Ma il dovere della confraternita non era soltanto quello di partecipare
alle processioni, vi sono anche gli esercizi spirituali, la confessione
e comunione col nome di Gesù sulle labbra ma anche nel cuore, le
elemosine e l’aiuto a deboli e bisognosi. Delle confraternite facevano
parte anche le donne ma, come ricorda ai bianchi il Vescovo agrigentino
Lorenzo il 13 nov. 1767, senza partecipare alle processioni. Chi aveva
messo cu carta la bolla di conferma o erezione se ne era dimenticato e
lo aveva aggiunto nell’interlinea tra un rigo e l’altro. La bolla è
importante perché l’originale di fondazione del 1618 era andato
perduto, anche se oralmente persisteva la memoria. Ora quello che era
solo racconto orale è confermato proprio dalla compagnia del
Purgatorio, che nel 1620 era ricorsa al notaio Celauro per non perdere
i suoi diritti di precedenza nelle chiese e nelle sfilate, violati
dalla neonata confraternita dei bianchi che, di stanza nella chiesa
madre, pretende di precederla nelle chiese e di occupare sia il lato
destro che il lato sinistro della fila. E quindi Onofrio De Noto,
Girolamo Giovino e Pietro Spinacciolo, governatore e congiunti della
confraternita del Purgatorio, ingaggiano una disputa con entrambe le
società del Santissimo Sacramento “norite fundatis”, ricordando essere
stata il Purgatorio fondata prima delle altre due e di averne diritto
in base a lettere della magna curia episcopale del 12 giugno 1618.
Probabilmente è irrilevante, ma nel documento del notaio Celauro il
termine usato è “prior” e non “prima”, cioè un confronto tra due e non
un primato cronologico da vantare rispetto a tutte le compagnie
religiose. Del resto sarebbe stato difficile, poiché nel 1498 due
rappresentanti della Confraternita di S. Vito avevano stipulato un
contratto con uno scultore palermitano (Antonio Vanella) per ottenere
la statua della Madonna delle Grazie.
Mario Tona
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