Sutera e le sue Confraternite alla fine del XVIII secolo/2
(Segue dal numero precedente)

2 - Dove fosse la chiesa di S. Vito, sede della Confraternita prima di fare nel Settecento gli esercizi spirituali alla chiesa Madonna delle Grazie (rifatta dai fratelli sacerdoti Bellavia nei primissimi del XVIII secolo, secondo il nostro documento; costruita invece dai Bellavia secondo Gaetano Nicastro che aveva a disposizione il testamento) suscita qualche incertezza. Ancora Gaetano Nicastro, nel suo dattiloscritto sul Rabatello del 1931, collocava S. Vito nel rione Badiavecchia in quella che nel 1902 era la pagliera di un certo Ferlisi, consistente in una cappelletta che era diventata, agli inizi del XVIII secolo, chiesa “di S. Ciro e poscia di S. Leonardo”. Nel frattempo i confrati di San Vito si spostavano nel quartiere che oggi ha il loro nome e forse in una chiesa con lo stesso nome dato che un documento del primo luglio 1775 colloca al suo interno la statua della Madonna delle Grazie; ma al tempo stesso facevano gli esercizi spirituali dentro la chiesa della Madonna delle Grazie, indicata nel documento dei verdi, come “rifabricata ed ingrandita e ridotta a miglior forma (l’allusione è probabilmente alla sua forma a croce) a spese in maggior parte delli furono D. Paolino ed Ignazio Bellavia”. Gaetano Nicastro, invece, la indicava come costruita, e dunque non ristrutturata, dai sacerdoti Bellavia.
I Bellavia sono comunque gli stessi che “nella navata sinistra (della chiesa di S. Paolino costruirono) una cappella che si sprofonda verso il monte di circa due metri ….. per venerazione della Madonna di Litria la quale, perché in pittura, forse per l’umidità fu distrutta e, poscia, nel 1891, sostituita coll’altra di S. Benedetto, proveniente dalla chiesa rispettiva, dove oggi è la casa del dott. VaccaroAntonino”. Notizia sempre riportata da G. Nicastro, che ricorda anche la triste fine della chiesa della Madonna delle Grazie, il cui tetto fu utilizzato per sostituire quello di S. Agata, distrutto nel 1820 da un ciclone, insieme a quelli del convento dei filippini sul monte ed alle antiche carceri ivi esistenti. La presenza a Sutera di un antico culto verso la Madonna dell’Itria ci rende simili al resto della Sicilia, che l’aveva eletta a sua patrona e la festeggia il martedì dopo la Pentecoste.
Alla fine del Settecento la confraternita dei bianchi ha un suo oratorio indicato dal documento dei verdi come piccolo e dentro la chiesa madre, mentre un fatto di cronaca del 4 aprile 1797 lo indica, in modo complementare, come “contiguo a detta chiesa madrice che ha la porta dentro detta madrice chiesa”. Talvolta vi si celebrava messa ed il giovedì santo vi si conservava il Divinissimo. Pertanto era anch’esso un luogo sacro e l’autorità civile non poteva arrestarvi nessuno. Le deposizioni giurate sono integralmente riportate da Lucio Nicastro, tra cui quella del sacrestano che essendo salito sul campanile a mezzo giorno per suonare le campane assiste all’arresto, degno di un film, di Onofrio Di Noto. Questi aveva la casa con una finestra che dava sul tetto dell’oratorio, alta soltanto due palmi. Prevedendo che l’imputato potesse agevolmente sottrarsi all’arresto andando per tetti, mentre il capitano Ignazio Nola ed il mastro notaro Paolino Antinoro bussavano alla porta, due sbirri si appostarono sul tetto dell’oratorio vicino alla finestra. E mentre il Di Noto si buttava sul tetto, prontamente i due sbirri “con violenza (lo) afferrarono per le gamme e coscie e braccia, e con dargli delle bastonate e così afferrato …. lo entrarono nella finestra della casa”. Lui gridava: " Ju sugnu supra la Chiesa", "lo sono sopra la Chiesa e un mi putiti pigliari", testimoniò un altro. Scoppiò un putiferio tra autorità religiosa ed autorità civile. Il fracasso provocò anche la rottura di molti canali dell’oratorio. Nessuno ci dice a spese di chi fu riparato. 
Il documento dei Verdi parla anche della Compagnia di S. Onofrio, aggregata alla chiesa di S. Francesco dei padri conventuali, edificata dai francescani conventuali tra piazza S. Giovanni e piazza Bongiorno. Essi in origine si erano stabiliti dove oggi abbiamo il cimitero e poi, come ricordato sempre da G. Nicastro, “nel 1609 per averne vacillato il terreno, abbandonano per sempre quel convento e ne fabbricano un secondo dirimpetto alla chiesa di S. Giovanni Battista in Sutera, che conteneva tutta l’isola delle case che oggi (cioè nel 1931) vediamo circondate dalla piazza S. Giovanni, Via del Carmine e Piazza Di Carlo. Quivi rimasero sino al 1652 anno in cui per decreto del Sommo Pontefice Innocenzo X si dovettero chiudere tutti quei conventi che contenevano meno di sei confrati e per conseguenza quello di Sutera in cui i frati erano ridotti meno di quel numero”.
“Oggi (sempre nel 1931) quel vasto fabbricato si è convertito in abitazione di circa 16 famiglie.”
“La stanza sopra l’entrata, oggi del contadino Alongi Salvatore, conserva sulle pareti bellissime e grandi pitture raffiguranti passi dell’antico testamento.” Pitture erano presenti anche a S. Paolino, evidentemente così malridotte dal tempo e l’umidità che nel restauro del 1895 operato dall’Ente S. Paolino “furono distrutte e coverte molte decorazioni in oro e pitture sulle pareti di epoca molto lontana” (sempre il Nicastro). L’altare maggiore in legno dorato per le stesse ragioni ormai degradato era già stato sostituito da uno di gesso nel 1859.
La Confraternita di S. Onofrio, con sede a S. Francesco, si rese protagonista di una drammatica disputa con quella degli Agonizzanti durante la processione di S. Paolino nel 1779, così riassunta nella lettera del vescovo di Agrigento, a cui si era rivolto il vicario foraneo per risolverla: riferite le vostre segnalazioni con cui “ci rappresentate che dalla Parrocchiale di S. Agata ove erano le S. Statue delli Patroni di codesta Smi Paolino ed Onofrio e di nostra Signora del Carmelo si trasportarono solennemente nelle loro rispettive Chiese, per qual trasferimento sollenne intervennero le Compagnie tutte di Codesta, osservandosi dalle medesime il luogo istesso che si suole tenere nella processione del Corpus Christi dalli confrati della compagnia di S. Onofrio, cui solea tenere il penultimo luogo, si sono fatte delle violenze in mezzo alla di già introdotta processione per la città pretendendo l’ultimo luogo che è stato solito tenere la Compagnia dell'Agonizanti, li quali furono nella necessità di ritirarsi e non proseguire la detta processione, e per riparare a tali disordini implorate da noi l'ordine di osservarsi quel luogo dalle compagnie, che si suole osservare e tenere nella sollenne Processione del Corpo di Cristo meglio per dette lettere dietro alle quali fu da noi fatta provista. Per esecuzione della quale vi dicimo e ordinamo che vogliate far eseguire ed osservare quello e quanto si è soluto praticare insino al presente” (dal libro di Lucio Nicastro). Detta compagnia era ancora attiva almeno fino al 1834, anno in cui il regno delle due Sicilie approva senza condizioni tutto il suo statuto, mentre le altre tre compagnie tuttora esistenti si videro respingere l’art. 17 che prevedeva una multa in denaro ai confrati che rifiutavano le cariche societarie.
Ma il 1779 fu anno molto drammatico anche per la processione del martedì di Pasqua allor quando, come racconta questa volta Gaetano Nicastro, nella discesa dal monte “sia per l’impraticabilità della strada, sia perché le due chiesette (di S. Marco e del SSmo Salvatore, distante poche decine di metri dal Carmine) minacciavano pericolo, l’Urna di S. Paolino invece che a S. Marco si solea portar a S.Agata, nel rione Giardinello, il più ricco e popolato.
Gli abitanti del rione Rabato si opposero perché trovandosi la madre chiesa nel loro rione, a questa spettava il diritto della sosta della processione. Pertanto, il giorno della festa del Santo, arrivata la processione vicino al campanile del Carmine, i rabatesi si opposero energicamente alla sua continuazione verso S. Agata, volendola invece far proseguire per la chiesa madre. Si viene alle mani! Panico generale!
Allora il clero e le autorità municipali per evitare funeste conseguenze ordinano che la sacra urna entri provvisoriamente nella chiesa del Carmine per migliori e più saggi ragionamenti e disposizioni.”(Il Rione Rabatello”, opera dattiloscritta del Nicastro).
 E, per finire, altro incidente, con altri protagonisti, si replicò per la festa di S. Paolino del 1848 sempre ad opera dei “rabatesi ….allora quando la processione giunse al solito punto. In quel tempo, vivente l’arciprete don Pietro Nicastro, questi con la sua severa e affabile autorità si oppose energicamente al fatto per non compromettere l’ordine pubblico e, schiaffeggiando perfino il capo della sommossa Salvatore Ticchiaro e qualche altro ardito compagno, si manda a vuoto l’ideato progetto, che da allora in poi mai più si pensò!” Ovviamente per Gaetano Nicastro, che riporta l’episodio, comunque avevano ragione i rabatesi.
Infine, chiedendo scusa per l’eccessiva divagazione, un’ultima considerazione sul documento dei Verdi. Le parti chiaramente leggibili vengono riportate per intero, quelle frammentarie ma comprensibili vengono riassunte, per quelle estremamente deteriorate purtroppo non c’è rimedio.
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“Notizia con documenti delle rendite delle Chiese delle Confraternite, Compagnie, Società e Congregazioni della Città di Sutera una col titolo, col quale si possiedono le dette Chiese dalle suriferite Compagnie e Confraternite che si dà all’Emo R.Cardinale Colonna Branciforte Vescovo di Girgenti in esecuzione di sue rivmeLettere spedite in Girgenti per via della G(enerale) C(uria) V(escovile) a 28 7bre 1781”

“Nella Città di Sutera vi sono le infrascritte Compagnie e Confraternite”.

Compagnia di S. Onofrio

“Questa Compagnia eretta nell’anno 1665 non ha Chiesa propria, cioè fabricata a spese delli Confrati ma si raduna e fa li suoi esercizi spirituali nella Chiesa di S. Francesco un tempo chiesa propria del Convento de Padri Conventuali di S. Francesco suppresso dal Sommo Pontefice Innocenzo decimo: quella chiesa fù concessa alli Confrati di detta Compagnia una certi sagri arredi dalla G(enerale) C(uria) Capitolare di Girgenti, siccome si vede per Copia di Bolla d’erezione spedita in Girgenti a 19 febo. 1665 e per lettere of(ficia)lia 13 luglio 1669. In quale chiesa a sui principio sino al presente à officiato il Paroco, e clero di q(uest)a città.
La detta chiesa di S. Francesco possiede onze 18 circa di rendite an(nua)li olim rendite proprie di d(ett)o Convento suppresso primo loco assegnate dalla sagra congregazione di cardinali al Monastero de moniale (cioè femminile, quello delle benedettine) di queste zone per Breve sped(it)o in Roma a ott(ob)re 1664 con obligo di sotisfare l’oneri del Convento suppresso e manutenere la chiesa; ed indi secundo loco remaste alla d(etta) chiesa attento deferrimonasterij in satisfaciendisoneribuspredictis; quali rendite sempre si sono amministrate da un Proc(urato)re apparte con libri e conti apparte delle rendite libri e Tesoriere della d(etta) Cumpagnia di S. Onofrio la quale giammai à avuto ingerenza nelle dette rendite di d(ett)a chiesa come si detegge (si scopre, latinismo) dalla fede del Rend(diconta)le de libri di d(etta) chiesa quale fede una colla copia della bolla si manda a S(ua) Em(inenza)”. D(ett)a Confr(aternit)a tiene 6 onze all’anno legateli da diversi test(amen)ti.

Compagnia di S. Maria degli Agonizanti

Questa compagnia a sui principio fu fondata nella chiesa parrocc(h)iale di S. Agata; di poi li Confrati di d(dett)a Compagnia colle elemosine raccolte da’ fedeli si fabricarono la Chiesa di S. Maria delliAgonizanti nella quale si radunano, e fanno li loro esercizi spirituali.
Questa chiesa al presente possiede 37.26.1 di rendite ann(ua)li legateli da diversi pii legati, come si detegge per copie di Capitoli de loro testam(en)ti inclusi e compresi in d(ett)e rendite onze 14.26.15 annue spettanti a d(ett)a chiesa per la ridizione delle messe del fù Vincenzo Burghese fatta nel 1728 dal Stefano La Reina; e ciò per consumo di messa, sagristano olio e freggi sagre: e questo oltre le rendite legate alla d(ett)a Compagnia da altri pii legati.
Le surriferite rendite di d(ett)a chiesa e le rendite proprie di d(ett)a Compagnia sempre si anno amministrate da un Procuratore il quale è stato Proc(urato)re della Chiesa ed insieme Tesoriere della d(et)ta Compagnia siccome si vede per fede del Rend(icont)ale de libri che colle copie de’ testam(en)ti si manda a S. Ema.

Compagnia del SSmo Sagramento della madrice chiesa sotto titolo di Sto Isidoro

Questa Compagnia non ha chiesa propria, ma fù eretta dentro la chiesa madrice dove si raduna e fa li suoi esercizi spirituali come si vede per bolla di fondazione seu conferma di bolla spedita dalla G(enerale) C(uria) V(escovi)le di Girgenti a 13 9bre 1767; copia della quale si manda a S(ua) Em(inenz)a: e solamente d(ett)a Compagnia tiene un piccolo oratorio dentro d(ett)a chiesa madrice, nel quale li confrati solamente si  mettono di faccia,quando vi è concorso di popolo nella d(ett)a chiesa madrice. La compagnia tiene onze 2 di rend(it)e anche comp(res)e alle elem(osin)e de confrati.

Compagnia del SS.moSagramento della Parocc(hi)ale Chiesa di S. Agata sotto titolo dello Sp(irito) S(an)to

Questa Compagnia è fondata dentro la Chiesa Parocc(hi)ale di S. Agata dove si raduna e fa li pii esercizi spirituali.
Nota a margine sinistro del foglio rovinato e in parte strappato il cui significato nella prima parte sembra: tiene un oratorio aggregato alla parte (o forse “parrocchiale”? in forma abbreviata) con porte aperte c(irc)a la sagrestia della Pa(rocchia)le, poi diventa incomprensibile.

Confraternita di Sto Vito

Questa Confraternita è fondata ab antiquissimo tempore nella chiesa chiamata di Sa Maria delle Grazie, né si è possuto ritrovare la bolla della di lei fondazione. Prima dell’anno 1709 vi era una piccola chiesa per uso di questa Confraternita ed in d(etto) anno poi la d(ett)a chiesa fu rifabricataed ingrandita e ridotta a miglior forma a spese in maggior parte delli furono D. Paolino ed Ignazio Bellavia.
La d(ett)a Chiesa come legataria delli detti di Bellavia possiede onze 76 di rendita all’anno come si vede per copie di testam(en)ti e Codicilli delli cennati di Bellavia, quali onze 76 sempre sono state amministrate da un Proc(urato)re e fiducialioapparte eletto dalli detti di Bellavia il quale tiene li libri di … e dà conti apparte senza che mai nell’amm(inistrazio)ne di d(ett)e onze 76 di rendite siavesserohavutoingerenza li detti Confrati di Sto Vito, li quali possedono le loro rendite legate a d(ett)a Confraternita da essi amm(inistra)ta con libri apparte siccome si vede per copia di testam(en)ti e fede del Ren(diconta)le di d(et)ti libri quali si mandano a Sua Em(inenz)a.
Nota a margine sinistro: questa conf(raterni)ta di S. Vito tiene onze 16 ing(resso) annuo legale da chiusi (t)eni li sui libri appartee si amm(inistra)no e d(ett)i Conf(ra)ti.

Confraternita di S. Leonardo

Questa Confraternita primo loco et ab antiquo era fondata nella chiesa di S. Leonardo propria di d(ett)a Confraternita; questa chiesa fù demolita affatto; indi nell’anno 1741 la d(ett)a Confraternita dal fùsac. Don Paolino Schifano fu trasportata nella chiesa dell’antico monastero de moniali di S. Benedetto ristorata a spese del d(ett)o di Schifano nella quale chiesa il d(ett)o di Schifano fondò un beneficio chiesastico laicale e per dote di d(ett)a chiesa e beneficio assegnò alla detta chiesa onze 8.20.1.3 di (?) e solamente da di Schifano accordò alli Confrati di d(ett)a Confraternita la facoltà di amministrare onze 2.6 all’anno di d(ett)e rendite con erogandi in beneficio di d(ett)a chiesa e per messe siccome il tutto si detegge per atto di assignazione all’atti di n(ota)r Gio. Luiggi Lo Presti sotto li 24  dice S.G. 1741 copia della quale si manda a Sua Em(inenz)a e parim(ent)e la d(ett)a chiesa ogn’anno percepisce  .. sopra il beni di due … aggregata a d(ett)a chiesa; quali la … erano proprie dell’antico monastero e poi ristorate dal d(ett)o di Schifano.

Confraternita di S. Maria delli Monti

Questa Confraternita si ritrova fondata dentro la chiesa di S. Maria delli Monti e per la sua antichità non si è possuto trovare la bolla della fondazione per vedersi le spese di chi fùfabricata detta chiesa: la d(etta) confraternita possiede onze tre un con li rendite am(mi)n(istra)tadal Proc(urato)re eletto da d(ett)a Confraternita e appare per libri di d(ett)a confraternita.
Dentro quale chiesa vi è eretto l’altare di S.  . e d(ett)o altare possiede onze(?) 28 all’anno di rendite   . e possiede più d(etto) altare … per elem(osin)e; quali onze 28 è frutto di   . si amministra da un proc(urato)re eletto dal    il quale tiene li libri apparte senza che si avesse ingerenze da detta confraternita; da quale fu che previo il permesso della G. C. V(escovi)le furono versate onze 76 in una del … di … nell’anni 1762 e 1777 per ripparare (?) ed abbellire la chiesa.

Confraternita di S. Biaggio

Questa confraternita si trova fondata ab antiquo nella chiesa di (nome illeggibile) , non vi è bolla di fondazione perché depersa, tiene onze due in c(irc)a di rendite amm(inistra)to da un Proc(urator)e eletto da d(etta) confraternita il quale ha libri di rend., spende  .. Ultimi righi di difficile lettura dove si nota comunque l’espressione “altare di S. Biaggio e parte de ren(di)te della Confraternita e si tiene d(etti) libri”.

Confraternita del SS. Salvatore

Notizie di difficile lettura
“Questa confraternita è fondata nell’antica chiesa del Smo Salvatore, non vi è bolla di f(ondazion)e più perché depersa e più non si sa chi fabricò d(etta) chiesa, ma si vuole che …..”. Seguono notizie illeggibili.

Confraternita di S. M. Ann(unzia)ta

Questa Conf(raterni(ta) era fondata in una chiesa antica sotto il titolo … colla … alla quale chiesa nell’anno 1181 fu aggregato il convento e chiesa dei carmelitani; al presente d(etta) con(fraterni)ta non à né rendita né chiesa mentre l’antica chiesa e diroccata fù concessa alli R(everendi) Carmelitani”. Segue qualche altra notizia illeggibile. “Eligge li suoi rettori di ogn’anno si raduna nella chiesa madrice”.

Congregazione sotto titolo di M. Vergine

Il nome della congregazione non è sicuro e si legge male anche da chi è composta. “Non à né rendite né chiesa propria ma si raduna e spaccia li suoi esercizi spirituali nella chiesa di S. Maria delli Monti” (almeno così sembra leggersi), “l’uso della quale per li esercizi spirituali fu concesso alla d(ett)a congregazione dalli Confrati di questa confraternita di S. M. delli Monti”. Segue frase illeggibile.

Congregazione di S. Luiggi Gonzaga

“Questa congrega(zio)ne consiste delli ragazzi di q(uest)a città, non a né rendite né chiesa propria ma si raduna e fa li suoi esercizi spirituali nelle chiese d’altre confraternite” segue testo illeggibile. Sembra intuire una relazione con i confrati o chiesa di S. Biagio.

Mario Tona

Foto a pag. 6. Chiesa e convento di S. Francesco, ultime colonne prima di essere abbattute. Dopo la chiusura del convento, fu fondata all’interno della chiesa la Confraternita di S. Onofrio. Si trovava tra piazza S. Giovanni e piazza Bongiorno. Foto sopra: Stemma della Confraternita del Purgatorio, nella facciata della chiesa di San Giovanni. Forse unica testimonianza rimasta della Confraternita insieme a una piccola pisside per la comunione agli infermi.

(La prima parte è stata pubblicata sul precedente numero 519, pag. 8)