Pandemia Covid – 19 dura a morire
Cosa ricorderemo?
La fine della pandemia da Covid-19 non sembra essere vicina a causa
delle varianti, che il virus genera e che non si capisce bene se sono
più o meno aggressive e pericolose del virus madre. Ormai sono
trascorsi quasi due anni e non si riesce a vincere una pandemia che
continua a colpire l’intera popolazione mondiale. Qualcosa di buono,
però, ci ha regalato: la riscoperta e l’assimilazione di alcuni termini
del Vocabolario italiano e dell’Enciclopedia medica. Per non parlare
della riscoperta di nuove e maggiori attenzioni verso l’igiene
personale e quella pubblica e verso le relazioni interpersonali. Ecco
alcuni termini maggiormente usati nel lessico quotidiano di questi
ultimi due anni e che ricorderemo senza nostalgia.
Amuchina. Il distributore di amuchina o di altro igienizzante è
collocato all’ingresso di ogni locale aperto al pubblico, comprese le
chiese. Tutti attenti a spalmarsi il disinfettante con molta frequenza,
senza preoccuparsi del rischio erosione della pelle e degli anelli
infilati al dito, specie se non sono d’oro!
Ascensore. Ecco un aspetto positivo, si fa per dire, del Covid-19. Dà
l’opportunità di entrare uno alla volta in ascensore o di salire la
scala comune, evitando di stare fisicamente accanto al condomino con
cui non si hanno rapporti di reciproca simpatia. Distanza
interpersonale rispettata. Con piacere!
Bus, tram e treni. Solo su questi mezzi di trasporto pubblico il
distanziamento non è rispettato sia per mancanza di mezzi sufficienti,
sia per mancanza di controlli e sia per una carente organizzazione. Sui
treni la situazione è molto più controllata.
Exit strategy (Strategia di uscita) Con la scusa del Covid, si aprono
le porte, le finestre e le uscite di sicurezza aiutandosi con i gomiti
o con le nocche delle mani magari protette dai guanti o servendosi
maldestramente dei piedi!
Green pass. Letteralmente significa “passaggio verde” ed è il
certificato vaccinale, che permette ai cittadini europei, che ne sono
in possesso, di spostarsi liberamente negli Stati dell’Unione. Ha
sorpreso molto il tentativo, per fortuna smascherato subito, di
falsificazione del Green pass in alcune città italiane.
Mangiare all'aperto. La consultazione delle condizioni meteo spesso è
una fissazione: ore e ore con il cellulare in mano a consultare le
previsioni del tempo per poter programmare, senza problemi, un pranzo,
una cena o una scampagnata con i famigliari o con gli amici o la festa
di laurea, di Prima Comunione o di matrimonio.
Mascherine. Un’occasione ghiotta di libero sfogo della fantasia dei
produttori e degli speculatori. Se ne vedono di tutti i colori, di
tutte le qualità, di tutte le forme e di qualsiasi prezzo. Non sempre
sono indossate correttamente, così arrivano i gentili inviti, quando si
entra in un luogo pubblico, a coprire bene la bocca e il naso per
proteggere se stessi e gli altri.
Numero massimo. Altra ossessione, per chi mastica male l’aritmetica, è
quella di essere costretto a fare la conta delle persone, nelle feste,
per distinguere i gruppi di famigliari adulti da quelli degli amici o
dei bambini. E metro alla mano pronti a verificare la distanza di
sicurezza delle persone e dei tavoli impegnati.
Quarantena e Lockdown. Chiusi in casa per oltre un mese. Ordine
rispettato, tra marzo e aprile 2020, in tutta l’Italia per disposizione
del Governo, al fine di contenere la diffusione del virus che miete
morti in tutta la Penisola. Lo slogan per invitare e convincere le
persone a rimanere a casa è “Io resto a casa”. Storiche e
folcloristiche le scene che vengono diffuse nelle televisioni e sulle
pagine di Facebook. Tra le tante scene allegre e spensierate per
alleggerire la privazione della libertà di movimento, alcune sono
tristi e commoventi. E ciononostante l’emergenza Covid, iniziata a
gennaio 2020, di proroga in proroga arriverà sino al 31 dicembre 2021,
s.c. scriverebbe il medico sulla ricetta.
Saturimetro. Dispositivo elettronico che misura principalmente
l’ossigeno nel sangue. Ce n’è almeno uno in ogni famiglia, sempre a
portata di mano, anche in bagno! Pronti a infilare il dito in qualsiasi
momento della giornata e al primo sintomo appena percettibile di
qualsiasi malessere.
Scuole. Mamme e papà e nonni, se presenti, con gli occhi arrossati e
con qualche lacrimuccia salutano i figli che vanno a scuola, come se
stiano per partire per la guerra, e li accompagnano con una lunga serie
di raccomandazioni. E al loro rientro, subito pronti a ossessionarli
con un’altrettanta lunga serie di domande sulla efficienza e sanità dei
loro cinque-sei sensi.
Sindrome da Wikipedia o da Enciclopedia medica. La consultazione
affannosa scatta a ogni comparsa di un qualsiasi sintomo per conoscerne
la causa e magari il modo di curarlo, saltando il parere del proprio
medico di base. E più si consulta e più ci si convince che si è
difronte a una gravissima malattia! E di ogni sintomo si dà colpa al
Covid.
Tamponi. Per alcuni sono stati e continuano a essere una vera è propria
tortura, di qualsiasi tampone si tratti: molecolare, antigenico,
sierologico e altro.
Termometro. Impresso saldamente nella memoria resterà, penso per molto
tempo, quel signore che all’ingresso dei bar, negozi, centri
commerciali, ristoranti, musei e altro, mira sulla fronte di chi sta
per entrare la sua pistola-termometro, rischiando di creare nella
persona ansia, preoccupazione, interrogativi sul proprio stato febbrile
e magari sulla veridicità della misurazione.
Tosse. Basta un colpo di tosse per allontanarsi dalle persone che
stanno vicine. Per non parlare di quando colui che tossisce e si trova
in un luogo coperto. Apriti cielo, immediatamente si scatena il fuggi
fuggi.
Video, Audio Messaggi e Comunicati Stampa. Sindaci di comuni piccoli e
grandi fanno la gara nell’aggiornare con cadenza serale, come a dare la
buona notte, i dati sulla diffusione del Coronavirus Covid-19. Il modo
di comunicare non è uguale per tutti, c’è chi fa il video messaggio,
chi l’audio messaggio, a volte terrorizzante, e chi riporta senza alcun
commento o ricamatura i dati ricevuti dall’Azienda Sanitaria
Provinciale(ASP). Facebook e Whatsapp i mezzi preferiti.
Virologi. Una lunga sfilata di specialisti, esperti e professoroni che
in tv, sui social e sulla carta stampata spesse volte contribuiscono a
confondere le conoscenze che sul Covid hanno le persone. Previsioni non
sempre azzeccate e in taluni casi contradditorie.
Vincenzo Nicastro