I termoregolatori della temperatura terrestre
È risaputo che il più importante termoregolatore della terra è
costituito dalla copertura arborea e in particolare da boschi e foreste
dalle foglie perenni che grazie alla loro proprietà di assorbire la
calda anidride e di espellere il fresco ossigeno, ci permettono di
respirare e dunque di vivere.
Tuttavia il processo s'inverte in caso di incendi. Ogni singola pianta,
specialmente se resinosa, se viene bruciata reimmette nell'aria, nel
giro di qualche ora, quasi tutta l'anidride carbonica che era riuscita
ad assorbire durante tutta la sua esistenza.
Il che significa che quando si bruciano boschi e foreste, come è
avvenuto nell'estate scorsa, l'azione termoregolatrice della copertura
arborea mondiale viene completamente annullata.
Un altro termoregolatore è costituito dai ghiacciai di tutto il mondo,
i quali, grazie alla loro proprietà riflettente e per la loro stessa
naturale fredda presenza, contribuiscono notevolmente a mantenere
costante la temperatura globale.
Ce lo spiega con un esempio semplicissimo il Premio Nobel Giorgio
Parisi. Se riempiamo una bottiglia con dei cubetti di ghiaccio,
noteremo che la temperatura si manterrà a zero gradi, sino a quando i
cubetti non si saranno sciolti.
Su scala mondiale, in questa grande bottiglia rotonda che sarebbe la
terra, dovrebbe avvenire, più o meno, la stessa cosa. Purtroppo la
massa di gas serra che giornalmente immettiamo nell'aria è talmente
elevato che già circa un terzo dei nostri ghiacciai si è già
liquefatto. Si stima che tra qualche decennio il mare artico si sarà
sciolto, diventando navigabile per la gioia dei russi e dei cinesi che
non vedono l'ora di sondarne i fondali per la ricerca di idrocarburi.
Per cui anche l'azione termoregolatrice dei nostri cubetti di ghiaccio
che sarebbero tutti i ghiacciai del mondo si è notevolmente ridotta.
Tant'è che nelle isole Svalbard, a nord della Norvegia, dove è
custodita la banca mondiale del seme, ossia la nostra arca vegetale, è
in pericolo perché il permafrost su cui si poggia sta sprofondando.
Tuttavia, secondo alcuni esperti, sembra che il nostro pianeta sia come
un gigantesco organismo dotato di intelligenza. La terra sembra
percepire che c'è qualcosa che non va ed allora cerca disperatamente di
guarire, azionando i termoregolatori che dispone e cioè uragani,
cicloni e tifoni sempre più numerosi e devastanti per riuscire a
rimescolare l'aria e ad abbassare la temperatura globale. Purtroppo
sembra che neanche questi disperati tentativi della terra riescano ad
abbassare la temperatura, per cui dovremmo essere noi esseri umani,
unici artefici del riscaldamento globale, a doverla aiutare.
A tal proposito si sono riuniti prima a Roma e poi a Glasgow, nelle
scorse settimane, tantissimi leader, i quali si sono impegnati ad
abolire progressivamente entro il 2030 la deforestazione, principale
concausa del cambiamento climatico, nonché l'impegno di piantare mille
miliardi di piante attorno ad ogni città per riuscire ad abbassare di
qualche grado la temperatura globale.
È stato, altresì, sottoscritto l'impegno di limitare progressivamente
entro il 2030 l'utilizzo del carbon fossile e degli idrocarburi e di
incrementare l'uso delle energie rinnovabili.
Tuttavia rimane sempre il rischio che tutto ciò rimanga soltanto una
promessa politica o quanto meno siamo in pochi gli stati che veramente
s'impegneranno a raggiungere l'obbiettivo finale di far abbassare
almeno di 1,5 gradi la temperatura globale.
Salvatore Butera
(già Comandante del Distaccamento della Forestale di Sutera)