Protagonista è l'abbraccio

 

È il saggio del prof. Don Massimo Naro uscito in occasione dell’85° compleanno del Pontefice, il 17 dicembre 2021. In esame i “Temi teologici nel magistero di Francesco”

 

Pubblichiamo la premessa al saggio di Massimo Naro “Protagonista è l'abbraccio. Temi teologici nel magistero di Francesco” (Marcianum Press | 2021).

 

Chiesa madre e pastora, popolo fedele di Dio, spiritualità popolare, misericordia, tentazioni ecclesiali, neo-pelagianesimo e 1 neo-gnosticismo, riforma, sinodalità e sinodo, gioia del vangelo, letizia dell'amore, gaudio delia verità, processi da avviare, periferie esistenziali, umanesimo solidale, conversione ecologica, interconnessione e interdipendenza, dialogo, relazione, fraternità e fratellanza: sono le tematiche più significative nell'insegnamento di papa Francesco, le chiavi di lettura tramite cui egli interpreta il mondo odierno, il cambio d'epoca - come lo chiama - cui stiamo assistendo, nonché le sfide più urgenti e promettenti al contempo sia per la riflessione teologica sia per la prassi pastorale, oltre che per l’esperienza credente degli uomini e delle donne di questo nostro tempo.

Intrecciate insieme, esse costituiscono l'ordito e la trama di una sorta di arazzo, la cui estensione si va dimostrando sempre più vasta e omnicomprensiva, inglobando la realtà ecclesiale innanzitutto, ma pure sporgendosi oltre i confini della Chiesa stessa e dimostrando pertanto una portata universale, arricchita ma anche complicata da ricadute ecumeniche, interreligiose, culturali, sociali e politiche: si pensi, per esempio, a quella che il papa chiama l'ecologia integrale.

ll nucleo sorgivo di una tale concezione, complessa e articolata, è da individuare in un peculiare fatto relazionale, rappresentato dalla reciprocità. Questa può, difatti, esser considerata come la grammatica fondamentale dell'avventura cristiana non meno di quella umana in quanto tale e come la desinenza “principiale” delle varie sue declinazioni. Si tratta di uno spunto filosofico radicato teologicamente nell'orizzonte dell’agape, tanto da tradursi nella «mistica del vivere insieme» - come Francesco scrive al n. 87 di “Evangelii gaudium" -, vale a dire nel sostenersi a vicenda, nel sorreggersi in braccio gli uni con gli altri, nel camminare abbracciati. Proprio l'abbraccio viene scelto, in questo libro, come l'efficace metafora che sintetizza le intuizioni teologiche custodite ed espresse nel magistero del papa argentino qui passate in rassegna e illustrate.

Per apprezzarle possono tornare utili due osservazioni preliminari. La prima riguarda la metamorfosi che il magistero pontificio mi sembra stia attraversando in questi ultimissimi anni, in particolare dacché Francesco è vescovo di Roma. Possiamo dire, a tal proposito, che il magistero del papa va assumendo un profilo epistemologico inedito, che lo connota ormai come una sorta di interlocuzione, più che come un insegnamento di tipo dottrinale. Non voglio dire che il magistero di Francesco (o al tempo di Francesco) non mantenga una valenza dottrinale e non si proponga perciò nella e alla Chiesa come vero e proprio insegnamento, specialmente quando è formulato nei classici generi letterari magisteriali. Intendo, semmai, rilevare che l'insegnamento viene appunto “proposto” più che “promulgato”, con un timbro colloquiale che lo fa risuonare come l'abbrivo per una discussione che il papa stesso spera si apra a partire da ciò che sta insegnando.

La seconda premessa riguarda la metamorfosi della teologia. Come il magistero, anche la teologia tende ormai a costruirsi prendendo le mosse da ben determinati contesti e da ben precise situazioni o, se vogliamo, emergenze pastorali. Chiamo in causa, di nuovo, il magistero, perché esso stesso mostra un carattere spesso “occasionato”, stimolato cioè da alcuni fatti accaduti, da fenomeni che forse prima non c'erano o non si notavano. Penso. per esempio, a ciò che il papa ha detto sulla corruzione che puzza come una montagna di spazzatura o come una carcassa che imputridisce al sole mentre camminava nel marzo 2015 per le strade di Scampia, a Napoli, in mezzo alla gente di quel posto.

Un magistero “desde", per dirla nella lingua madre del papa. Ma che, come tale, risulta consonante con una teologia anch'essa “desde”, cioè a sua volta capace di assumere definitivamente un metodo induttivo che valorizzi ambienti e vissuti. È di una tale teologia che papa Francesco si sta facendo portavoce.

 

Massimo Naro  insegna teologia sistematica a Palermo nella Facoltà Teologica di Sicilia e dirige il Centro Studi «Arcangelo Cammarata». A Caltanissetta ha diretto la scuola diocesana di formazione socio-politica.